20111231

Parole parole parole... (parte 3)


Dopo essermi allontanato abbastanza troppo, torniamo al dizionario della prima parte di questo multi-post.

Persone più fortunate di me hanno avuto la goduria di avere un dizionario etimologico a casa. Sbavo solo a pensarci. Ma una bella cosa me la sono procurata da solo: un thesaurus.
E c'è gente che neppure sa cosa sia...
Non uno solo, me ne procurai: comprai prima un "dizionario analogico", che è un sinonimo carino che possiamo trovare per "thesaurus"; a seguito, ne acquistai un altro, più completo e curato (e costoso...), del Reader's Digest.

Fu in quel periodo che flashai "la rete semantica" che avevo in testa.
Nulla di profondo: il linguaggio che conosciamo è una fittissima rete dove le parole si legano tra loro per le varie astratte relazioni che la nostra mente riesce a cogliere in/tra esse. Banale, no?

Ma pensate che goduria immane per me scoprire un sito che ha appunto il nome di Visual Thesaurus.
Provatelo: vi potete muovere nella rete del linguaggio (inglese)... estasiante, almeno per me, e sicuramente per i lettori di dizionario che condivideranno il piacere di perderci tanto di quel tempo...

Perciò, ero deciso a spendere i 20 euri annuali richiesti per fruirne a go go, finché...

Il solito errore di non cercare su Google ciò che immagini. Esiste gratis... anzi, esistono gratis:
Snappywords e Visuwords!
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20111230

Parole parole parole... (parte 2)



Il culto del "vocabolarismo", è stato in me rafforzato dalla Filosofia.

Il filosofo ha l'intenzione, che abbiamo tutti, di capire come stanno "davvero" le cose.
E il primo che ti viene a dire qualcosa in questa storia chi è? Socrate. Ti vai a leggere i dialoghi platonici dove a parlare è lui, e alla fine di cosa si tratta?  Che cos'è l'amore, che cos'è la temperanza?
Si tratta di trovare la definizione corretta che sta dietro a un nome.

E poi avanti tutta coi filosofi che tagliarono le gambe all'oscuro linguaggio dei predecessori (Locke, Hume) e che cominciarono a distinguere tra doxa logos nei discorsi propri e altrui, cercando di sfrondare la chiacchiera e fare un discorso ben definito (Wittgenstein col Tractatus, Carnap con la sua Analisi Logica, il Logicismo e così via).
Ma non è il momento di mettere in mostra che so usare Wikipedia per far finta di sapere cose che invece non so.
Ma come s'intuirà sto sviluppando un programma di studio al riguardo che ho a cuore seguire.

In proposito mi sento di dare una garanzia: uno studente (bravo) di Matematica si perde molto meno in discorsi facili a fraintendersi, poiché ha l'istinto di domandarsi: wtf, di cosa, esattamente, stiamo parlando?
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20111228

Parole parole parole.... (parte 1)

Come raccontato in qualche post fa, sono tra le persone che conosco che hanno amato, in un periodo della loro vita, passare ore e ore semplicemente a sfogliare il vocabolario.

Già, leggere il vocabolario. Può sembrare tristissimo. Ricordo una puntata di Willy,_ il principe di Bel-Air in cui il personaggio di nome Hilary si strafà di caffeina e nell'iperattività che la prende comincia a leggersi il dizionario. Ogni tanto durante la puntata passa a spiegare qualche parola.

Non riesco a pensare a molto di più utile che spendere il proprio tempo a chiarirsi il senso delle parole.
Se si facesse come semplice esercizio scolastico, lo scrivere sul quaderno d'italiano il significato di alcune parole, la gente avrebbe le idee molto più chiare. Per lo meno, capirebbe la differenza tra interpretare e capire.
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20111225

Buon Natale... e la dolcezza della malinconia


Se penso a come il Natale scorso vedevo la mia vita, il mondo e me stesso, e a come invece li vedo adesso...
Se ci penso, mi chiedo che valore ha farlo ancora: vedere la vita, vedermi nel mondo...
Tanto, il prossimo Natale, sarà tutto infranto.

Ma ho promesso a un'amica un pensiero felice quotidiano, e già questa Vigilia non ho mantenuto la parola.
Almeno, per Natale, me lo faccio venire:
penso che tante persone saranno felici, e non perché è Natale, ma perché le tante persone buone che conosco avranno una pausa dalla frenesia quotidiana per poter vivere sé stesse, e la mia speranza è che vedano in sé quel che io scorgo in loro.
Specialmente qualcuno, che tra due natali ha cambiato un mondo.

Con un post che sembra scritto da un prete, vi auguro non un buon Natale, ma un buon giorno come tutti i giorni dovrebbero esser buoni. 

20111213

Un giorno a parola

Quando ero "piccolo" a volte passavo il pomeriggio a gambe incrociate sul letto col dizionario Zingarelli (11a edizione) spalancato davanti, sfogliandolo, aprendolo a caso, leggendo definizioni etimologie varianti di parole su parole. Ricordo poi la mia gioia nel comperare il mio primo thesaurus (con pessimo gusto titolato Dizionario Analogico), seguito dallo stupendo altro thesaurus del Reader's Digest (come tutte le opere che vantano tale firma).
Ero invaghito delle parole; l'amore per come lettere si facessero in suoni richiamanti un universo semantico poeticamente indefinito.
A scrivere ero un po' confusionario a scuola, ma prendevo voti alti perché in ogni caso di parole ne avevo tante, tante. Ogni parola il suo significato, e le combinazioni praticamente infinite si articolavano frementi in vivacissimi sciami di possibili sensi, possibili spunti di discorsi che spingevano la mente verso altro, nel continuo piacere dell'estraniazione. 
Pochi giorni fa un amico mi ha suggerito una newsletter che mi impone d'esprimere gratitudine più che sincera nei suoi confronti. Il sito è Una parola al giorno.
In un tempo di vita tale quel è questo, quando la morte si fa paura quotidiana e la vanità dell'esistenza sprona al disperato tentativo di contribuire al più grande e (sperabilmente) più duraturo organismo dell'intera specie umana, la percezione dell'attuale illeceità degli antichi pomeriggi con lo Zingarelli conferisce raro piacere all'essere iscritto a quella newsletter, che appunto mi dà quello spuntino di pura lussuria linguistica che tanto trovo caro.
A ciò aggiungo, per gli anglofoni (haimé dura si fa la vita per chi tale non vuole essere), il più completo e dunque ancor più inebriante A word a day.
Ad onore di coloro che pensano che la "realtà" sia quasi del tutto una costruzione linguistica.

Path-etico



Leave me out with the waste
This is not what i do 
It's the wrong kind of place 
To be thinking of you 
It's the wrong time 
For somebody new 
It's a small crime 
And i've got no exuse 

Is that alright? 
Give my gun away when it's loaded 
Is that alright? 
If u dont shoot it how am i supposed to hold it 
Is that alright? 
Give my gun away when it's loaded 
Is that alright 
Is that alright with u? 

Leave me out with the waste 
This is not what i do 
It's the wrong kind of place 
To be cheating on you 
It's the wrong time 
but she's pulling me through 
It's a small crime 
And I've got no exuse 

Is that alright? 
Give my gun away when it's loaded 
Is that alright? 
If u dont shoot it how am i supposed to hold it 
Is that alright? 
Give my gun away when it's loaded 
Is that alright 
Is that alright with u? 

Is that alright? 
Is that alright? 
Is that alright with u? 
Is that alright? 
Is that alright? 
Is that alright with u? 

No...

20111127

La vita la vita...

Maior pars mortalium Pauline de naturae malignitate conqueritur quod in exiguum aevi gignimur quod haec tam velociter tam rapide dati nobis temporis spatia decurrant adeo ut exceptis admodum pacis ceteros in ipso vitae apparatu vita destituat. Nec huic publico ut opinantur malo turba tantum et imprudens vulgus ingemuit; clarorum quoque virorum hic affectus querellas evocavit. Inde illa maximi medicorum exclamatio est: “vitam brevem esse longam artem”. Inde Aristotelis cum rerum natura exigentis minime conveniens sapienti viro lis: “aetatis illam animalibus tantum indulsisse ut quina aut dena saecula educerent homini in tam multa ac magna genito tanto citeriorem terminum stare.” Non exiguum temporis habemus sed multum perdidimus. Satis longa vita et in maximarum rerum consummationem large data est si tota bene collocaretur; sed ubi per luxum ac neglegentiam diffluit ubi nulli bonae rei impenditur ultima demum necessitate cogente quam ire non intelleximus transisse sentimus. Ita est: non accipimus brevem vitam sed fecimus nec inopes eius sed prodigi sumus. Sicut amplae et regiae opes ubi ad malum dominum pervenerunt momento dissipantur at quamvis modicae si bono custodi traditae sunt usu crescunt: ita aetas nostra bene disponenti multum patet.

20111115

UpsideDown


˙oʇsǝnb odıʇ 'ouuɐɟ oʃ ǝɥɔ ìsoɔ ıp ǝɟɟǝzzıq ouɐʌoɹʇ ıs ǝuıʃuo 'ùıƃ uı ɐʇsǝʇ ɐ oʇsǝʇ ǝɹɐʇsod ǝʇǝʃoʌ ɐʇʃoʌ ǝɥɔʃɐnb ǝs :ɐs ǝʃ uou ıɥɔ è,ɔ ɐɯ 'ǝʇɐʃoʌɐↃ

20111113

Nostalgico



Io vaneggio vivendo


vanitoso perché vano


ma senza vanità






I miei anni son sabbatici


non per Saba ma per i sabba






Stasera è Dioniso coppiere


e anche cupido minorenne


è ubriaco






Un teschio ci deride


e non ha labbra per serrarsi


il ghigno sulla nostra eternità






È il lago ch'è specchiato nelle stelle:


vederti mi posa il pensiero


su un petalo di candore tanto


quanto per distrarre il Mondo


dalle Leggi di Natura e


farne evadere un miracolo






Non geloso se non dell'aria


accarezzata alle tue guance


compatisco il sole che t'illumina


gl'occhi senza scorgerne pupille


dalle palpebre nascoste






Pensare, dire, offrire


sensuali lusinghe ai tuoi timpani


per persuaderli suadenti


a danzare coi miei intenti





Strappami gli scritti


ma non il cuore


o se vuoi anche


ma amami amarti

20111112

Prosetta esistenziale

Vorrei il tempo saltasse indietro, e tornare giovane.
Anzi, bambino.
Anzi, vorrei tornare nel grembo materno...
 Vorrei, tornare preesistente.
Preesistente, con la certezza che mi toccherà, prima o poi, stare nel Mondo.
Un giorno nascerei, ma non subito: starei senza il problema di esistere, per un po'... solo un paio di eternità.

20111103

mumble

Constatazione...


20111028

Disinformatica

A parte lo scandalo costituito dal fatto che dilaghi una burocrazia sconcertante in una facoltà di scienze (avente naturalmente un corso di laurea in informatica e la cui università gestisce l'azienda Nestor...) in tutto ciò si riesce pure a essere inefficienti: a due giorni dalla laurea "già" mi veniva negato l'accesso al totem, con tempismo da record rispetto agli usuali standard, eppure.. con vecchia matricola e password posso ancora accedere alla wifi, da cui questo post. Poco male.
Ma dai cazzo, siamo nel 2011: informatizziamoci!
C'è bisogno di dire che la tecnologia semplifica la vita??
Siamo tutti amish?
Da quanto è morto Bacone??

20111008

Stallman

(Top comments:)
This man should be given the Noble Peace Prize, (or its according equivalent) for his contributions to humanity. I just cannot believe how the hell they don't see it or may be they don't want to see it. (Stablishment, Status Quo, Imperialism, UltraCapitalism, etc)
Anyhow, his words will be remembered and quoted, in hundreds of years to come, of that i'm sure.
Dr. Stallman, you already won the "global comunity" award. The world thanks, salutes, and loves you!!
Kaio1979 2 months ago 27 

E riguardo la recente idolatria, nonno-gnu commenta:
‎"Steve Jobs, the pioneer of the computer as a jail made cool, designed to sever fools from their freedom, has died.

As Chicago Mayor Harold Washington said of the corrupt former Mayor Daley, “I’m not glad he’s dead, but I’m glad he’s gone.” Nobody deserves to have to die - not Jobs, not Mr. Bill, not even people guilty of bigger evils than theirs. But we all deserve the end of Jobs’ malign influence on people’s computing.

Unfortunately, that influence continues despite his absence. We can only hope his successors, as they attempt to carry on his legacy, will be less effective."


Mathematica

Non riesco a credere di aver buttato ore prima di scoprire che genialmente l'installazione su Ubuntu di Mathematica non partiva perché C'ERANO SPAZI NEL PERCORSO DI INSTALLAZIONE.
Ovvero cambiando nome alla cartella "Wolfram Mathematica 8" in "WolframMathematica8", l'installazione parte... sigh...

20111006

Da Nonciclopedia a No-nciclopedia

Nonciclopedia riapre e Wikipedia rischia di chiudere.
...
...
Piango.

20111003

Dio gioca a umani

Un ratto viene liberato in uno spazio lungo circa 3 m, con una ciotola di cibo al lato opposto della sua gabbia. Dieci secondi dopo la sua liberazione, viene fatto cadere del cibo nella ciotola. Se il ratto, però, giunge alla ciotola in meno di dieci secondi a partire dalla liberazione, non ottiene cibo. Dopo un certo numero di prove ed errori, il ratto, grazie alla sua mente pratica, riesce in qualche modo a mettere insieme 2 + 2 e afferra l'importanza dell'elemento tempo. Dal momento che ci vogliono solo due secondi per correre dalla gabbia direttamente alla ciotola del cibo, il ratto deve usare il tempo eccessivo in un modo poco incline al suo comportamento normale di dirigersi direttamente verso il cibo.
In queste circostanze, il ritardo acquisisce un significato pseudo causale, in particolare per i veterani di altri tests che sono diventati savi nei confronti degli esperimenti... Con il termine di pseudo causale intendo che qualsiasi comportamento del ratto durante questi secondi extra diventa auto confermante e auto rinforzante, diventa l'azione necessaria che viene premiata o che produce la comparsa del cibo Dio solo sa dove. Inutile dirlo, questi comportamenti sono idiosincratici per ogni singolo animale, il che conferisce ad essi un aspetto particolarmente bizzarro, capriccioso: movimenti indietro e in avanti, un certo numero di piroette a destra o a sinistra, salti, eccetera, che il ratto esegue all'inizio probabilmente per puro caso, ma che poi ripete fedelmente come se costituissero il vero segreto del suo successo con il cibo. E ogni volta che il ratto ritrova il cibo nella ciotola, ciò conferma la convinzione che questo comportamento particolare in qualche modo produca il cibo. Questi comportamenti sono pertanto l'equivalente evidente delle superstizioni coatte umane, basate spesso sulla vaga convinzione che sono richieste da qualche sperimentatore divino.

(Paul Watzlawick)
Rubando la citazione a Francesco Tesei.

20110829

Stallo

La mia blog-energy sta attualmente venendo utilizzata per il mio altro blog
mathematical erroring

20110816

È il tempo della papaya

Un titolo duchampiano non dispensa dalla metità, nell'essere imparzialmente parziale, del tener fede solo ad una di due parole: anatematico ultimamente si, ma poco riflettente in senso non ottico.
Per scagionarne l'incoerenza ma non troppo, dispenso di seguito vaghi sinodi di semantica e sintassi, semiotica in sostanza, ermeneutica in forma, e gli orinatoi tornano ad ingurgitare il flusso di Manzoni (chi ha orecchie per intendere...)

Primo
 Con vocalizzazioni kantiane, sperimento l'universalmente sperimentata presenza di un non-visibile mostro (poltergeist o cosa? harrypotteriani dissennatori dal palato cronologico?)... multitesta, immuni alle armi incantate, o qualche altra dì-e-dì-anità (terza edizione, non oltre!), può darsi, ma di sicuro: succhiatempo.
 Succhiatempo suggitempo aspiraore rubaminuti schiacciasecondi fregagiorni, gazze per attimi splendenti, Lupin in attimi inestimabili, Diabolik del business...
 Nella mia vita, ho un tapiro che dai sogni è (dice per colpa del suo dietologo) passato direttamente al tempo per realizzarli.

Secondo
 Reale realtà: mai pensato?... Trova il doppiosenso.

Terzo
 La gente deve essere più scettica.
 Cioè.... dico io...

Dessert
 Il nostro concetto di "naturale" è fortissimamente condizionato, non trovate?
No, non puoi chiedere da cosa.





20110815

GOPS


Game Of Perfect Strategy, per gli amici Goofspiel, è l'unico gioco che finora io abbia trovato che
  • usa le carte da gioco, nella fattispecie quelle francesi (per intenderci: , , e ).
  • sia di pura strategia (niente "in bocca al lupo" poco animalisti)
Le semplici regole:
  • si inizia con 13 carte a testa, un seme per ognuno, dall'asso al re;
  • si mettono le 13 carte di un seme al centro del tavolo, mischiate e girate, scoprendone la prima;
  • il valore delle carte è quello mostrato da esse, ovvero l'asso vale 1, il 2 vale 2, etc, e il re vale 13 etc
  • le carte al centro, di cui una scoperta, sono i "punti", e chi ne raccoglie di più vince;
  • vista la carta scoperta al centro del tavolo, ognuno fa un' "offerta" ponendo una delle sue carte, coperta, sul tavolo, e quando tutti hanno posto la loro offerta sul tavolo, queste vengono girate, confrontate come spiegato di seguito, e poi scartate;
  • chi ha fatto l'offerta più alta vince la carta al centro, e la prossima carta al centro viene scoperta;
  • se la massima offerta è stata fatta da più di una persona, la carta al centro non è di nessuno e viene scartata, dopodiché la prossima carta al centro viene scoperta;
  • fine: dopo 13 giri restano tutti a mani vuote e si contano i punti.
Un "semplice" gioco di psicologia............. enjoy!

20110813

Come to the Dark Side (we've cookies!)

Come to the Dark Side, we have open-source cookies!
Passare a ubuntu ormai è più che facile, quasi ovvio:
è come installare un programma,
CLICCARMI per credere.

20110812

Causuality

L'unico link di queste poche righe rimanda a un minicorso base di Python che ho, per metà, strafogato in un sol giorno di totale dedizione sulla fine di luglio, con soddisfacenti output.

Thinking like a scientist involves looking for patterns and relationships.

20110811

Barzellette profonde


Marito e moglie sono seduti davanti alla TV guardando un programma di psicologia che spiega il fenomeno delle "mixed emotions".
Il marito si volta e le dice:
"Amore, sono certo che non troverai mai qualcosa da dirmi che possa farmi insieme felice e triste".
Lei risponde:
"Di tutti i tuoi amici, tu sei quello che ce l'ha piu' grosso".

20110810

Forza Italia

Una societa' italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivo' il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro. Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema. Il gruppo di progetto scopri' dopo molte analisi che i giapponesi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di capacita' gestionale: ingaggio' immediatamente una societa' di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana. Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadr a c'erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare. Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi. Inoltre si introdusse una serie di punti per motivare il rematore: "Dobbiamo ampliare il suo ambito lavorativo e dargli piu' responsabilita'". L'anno dopo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due chilometri. La societa' italiana licenzio' immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante cio' pago' un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato. La societa' di consulenza preparo' una nuova analisi, dove si dimostro' che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato. Al momento la societa' italiana e' impegnata a progettare una nuova canoa. (Tratto da Bastardi Dentro.)

20110806

mnemonico

È partito il progetto sulla
 Cliccateci per info. 
L'ho messo in piedi da zero.
 Probabilmente futilissimo, ma fiero d'averlo fatto.

20110805

disenchantment

















A colui che coniò il motto "Provare non costa nulla" 
offrirei un bicchiere di cianuro.

20110804

postsophia


















Vivere e scrivere, pensare, sapere, illudersi.
La vita altalenante incede e ai nostri sguardi sbeffeggia emozioni.
Io, ermetico, vorrei non aver detto Io.
Se hai tutto sai che non hai tutto, perché
resta quest'ansia.
Dissolvetemi.

20110803

Emotional confusion


apatia =(
30 February at 24:01 ·  · 

  • -censured- likes this.

    • E N ma se sei apatica che ci fa uno smile triste accanto alla dichiarazione di esserlo?

20110731

Pensieri illegali


La vita è come quelle barzellette lunghe lunghe lunghe che ti tengono col fiato sospeso aspettando chissà quale gran battuta da un momento all'altro, e continuano continuano, e tu stai lì con grande aspettativa, e poi alla fine niente.

20110727

BRaforisma


Un gran saluto alla redazione di RM

Vi scrivo per soddisfare una curiosità che non mi è riuscito di appagare altrove.
Anzitutto gran complimenti per i vostri calendari, sono magnifici e fanno sempre un
gran figurone nerd.
Nel presente mese, figura nella colonna delle citazioni un aforisma di Russell:
"Anche se può sembrare un paradosso, ogni scienza esatta è dominata dall'idea di approssimazione.
Le persone tristi, come le persone che non riescono a dormire, ne sono sempre fieri."

Ho provato a darne qualche interpretazione personale, ma con poca convinzione per la seconda frase.
Cosa intende Russell col dire che i tristi e gli insonni sono fieri dell'approssimazione insita nelle scienze esatte?

vi ringrazio per l'attenzione
continuate così!
--
E.N.




Caro E.,

ho fatto qualche ricerca (molto veloce, in verità) per vedere se riuscivo a trovare qualche commento specifico in merito alla frase di Russell, senza successo.

Se vuoi il mio parere, la seconda parte della citazione non va letta come una “continuazione logica” della prima (che è asserzione invece assolutamente autentica e inaspettata per la maggior parte delle persone, le quali continuano a credere che si possa raggiungere e che esista la conoscenza “assoluta”), quanto come una sorta di battuta di spirito per alleggerire la disillusione che si potrebbe provare nello scoprire che anche le scienze esatte sono meno esatte di quel che si crede.

Letta in tal senso, quello che hanno in comune “le persone tristi” e quelle che si preoccupano - ovvero “coloro che non riescono a dormire” – è che vedono il futuro con pessimismo, come se ci fosse una certezza assoluta che le cose vanno male e continueranno inevitabilmente ad andar peggio. A queste persone, “assolutamente certe” del futuro negativo, la consapevolezza che di “assolutamente certo” e di “inevitabile” non c’è nulla, non può che far piacere, perché gli riaccende una tenue e sopita speranza di miglioramento.

Ecco: tieni però a mente che è una mia lettura personale, e come tale potrebbe essere del tutto sbagliata. J

Grazie di leggerci, e dei complimenti che ci fai.
A presto,
Piotr


20110726

La casa è un diritto... soprattutto per chi la paga.


Cito, raccomandandone la fonte che ottenete cliccando sul testo:
 “Un diritto disatteso non puo’ giustificare una illegalità. Se i familiari di una vittima di omicidio non vedono condannare il sospetto responsabile del delitto, non per questo sono autorizzati a farsi giustizia da soli. Se una persona non trova lavoro, non per questo e’ autorizzata a rubare, anche se lo stato di indigenza puo’ essere considerato una attenuante al suo reato. Peraltro, anche la proprieta’ privata e’ tutelata dalla Costituzione e dal Codice Civile e penale. Se passasse il concetto che il diritto ad una casa abilita ad impossessarsi di un alloggio, qualora una persona indigente occupasse la seconda casa vuota di un privato cittadino questi non potrebbe appellarsi alla legge per la restituzione del maltolto e per il pagamento dei danni. Certamente quello alla casa e’ un diritto primario che lo Stato deve soddisfare, ma il sistema giudiziario dello Stato deve garantire i diritti di tutti, non solo di una delle parti in causa, e deve farlo attribuendo a ciascuno la sua diretta responsabilita’. Sarebbe compito del tribunale (ed un pubbico ministero ha i poteri per farlo) accertare eventuali responsabilita’ od inadempienze da parte di amministrazioni comunali o di amministrazioni dello Stato o del governo nell’assegnare o prevedere l’assegnazione di un alloggio alla persona indigente.” 

20110711

La censura sulle vicende islandesi

Perchè, siamo stati informati su tutto quello che sta succedendo in Egitto, mentre i mass-media non hanno sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda?
Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il recente collasso economico. 
Sicuramente vi chiederete perché questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un'altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai "concittadini" islandesi? 
Ecco brevemente la cronologia dei fatti: 
2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta. 
2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo, l’Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin), costringendo il Paese alle elezioni anticipate. 
La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%. 
2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato. 
2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell'esecutivo. L'Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l'Islanda. 
In questo contesto di crisi,viene eletta un'Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l'attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere “liberi” dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la maggior parte delle "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno. 
Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Rivoluzione democratica islandese. 
Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei? Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche? Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti? 
I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo. 
Siamo davvero sicuri che non ci sia "censura" o manipolazione nei mass-media? 
Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa romantica storia di piazza e farla diventare leggenda divulgandola. 
L'importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell'informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d'affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune

(Dal commento di Fabio Taddei al proprio post sulla propria pagina Facebook:
 "Qualcuno crede ancora che non vi sia censura al giorno d'oggi?")

20110707

Lim(t->inf) FB/G+ = 0


C.P.: Cos'è googleplus?

E.N.: È il social network della google, è appena uscito.
È il terzo tentativo della google di spodestare facebook (dopo google wave che era una ficata ma in italia non lo usava nessuno (io si :'(  ) e google buzz che era un po' palliduccio come tentativo).
Ora ce la faranno sicuramente; hanno creato un social network del tutto nuovo che riesce ad essere tale pur assicurando moltissima privacy (l'idea di base è che non hai una sola wall e un'unica lista di amici, ma puoi creare differenti "cerchie" di conoscenze a seconda del tipo di rapporto, ad esempio la cerchia familiare la cerchia di amici dell'università la cerchia degli amici di paese etc, e ogni persona visualizza sulla tua wall solo i post che hai scelto di condividere con quella cerchia). 
Poi hai la possibilità di chattare collettivamente con tutta una cerchia contemporaneamente, anche in videochat etc, 
e poi c'è una cosa chiamata sparks dove google mira a usare la sua forza di motore di ricerca (in pratica scrivi una parola su un argomento o un tuo interesse e lui ti dà tutte le ultime novita dal web su quella cosa e così commenti a buffo e si creano subito discussioni su quegli argomenti... un vero "social network"!).
Inoltre, e poi la finisco, il tutto è accompagnato da un applicazione per cell android che è una ficata (tra le tante cose, c'è una wall apposta che va "per luogo", cioè io posso postare un post su Sora o Piazza Venezia o il Polo Sud e posso mettermi a vedere tutti i post lasciati a Valencia o in Transilvania... un po' come se andassi a leggere e scrivere sui muri dei luoghi del mondo!!)
Uhm non volevo scrivere così tanto.... ciaociao!

20110701

Googol e album fotografici

Ok nel giro di qualche giorno Google ha rettilmente cambiato pelle con un ri-design degno del più rivoluzionario cambio stagione.
Le linee guida dell'intervento di chirurgia cyber-estetica dichiarate dal 10100 mi ricordano un certo punto del Facebookfilm, quando Zuccanberg proclama che il suo pupillo virtuale deve essere un'icona della Semplicità.

20110628

Onœre italiano

A tutt'oggi fiero di aver puntualizzato sulla Wikipedia inglese il contributo italiano nello sviluppo storico della Teoria della Misura in Matematica ^^

E su tale scia... La pagina di discussione alla voce "mentalismo" pone la comunità di moderatori della wikipedia italiana in una posizione vergognosa dinanzi al fondante principio di "libera enciclopedia" che dovrebbe caratterizzarla. Mi accingo a tradurre la corrispondente pagina inglese; vediamo che succede.

20110621

Il piacere della musica

E mi ricordo che più d'una volta cazzeggiando con gli amici l'idea era uscita fuori!
...un I-BRATOR!
Ma poi... tutta questa fantasia... l'essere umano è proprio un animale beatamente insoddisfatto...

20110620

Stazione Anagnina: livello di sicurezza

piattaforma di partenza n°9 della Cotral

20110616

The Mentalist

Ieri sera a Roma interessantissimo spettacolo di Francesco Tesei, aka IL mindjuggler.
Su di lui, tanti video su Utube
pare che abbia iniziato più proprio come mago che come mentalista ma, stranamente, nessuna pagina su wikipedia che possa chiarirlo, ANZI... (ergo, cercasi wikipediani mentalisti)



20110602

Cecità

 Non parlo di Josè.

(n+1)-esima formulazione dell'assioma scetticistico ristretto ai conflitti interpersonali:
Sono gli altri che sono ciechi o tu che hai un miraggio?


By the way, atematicamente, appare sempre più assurdo, continuando a contemplarla, la correlazione che la gente assume tra la verità di una data idea e il consenso di cui gode.

Della serie:

Ti accusano di un certo atteggiamento facendoti, a tua insaputa, un processo alle intenzioni, e adottando il superpotere della lettura del pensiero
(NB quasi ogni essere umano è convinto di averlo!),
sentenziano la tua colpevolezza,
e lo fanno con l'illuminata unanimità di una giuria formata da persone che

non hanno mai sentito parlare di contesto ipnotico?
non hanno mai sentito detto latino "senatori boni viri, senatus mala bestia"?
o non hanno mai osservato tifoserie di bravi ragazzi trasformarsi in bande di picchiatori?
non hanno visto il film Agora?
 non hanno mai sentito parlare del fatto che il senso della realtà è un istituzione sociale la cui consistenza e il cui contenuto sono dunque determinate dalle persone che vi partecipano?
etc etc?

insomma, pensiero scientifico: 
verificare 
verificare 
verificare e 
i sondaggi opinionistici non fanno parte dei dati sperimentali.

E poi ti dicono
"E' così, anche tizio lo pensa. Ti pare che ci sembra in due così per puro caso?... eh?"
BEEEEEMP! 
(=clacson che suona nei quiz televisivi quando si sbaglia risposta)
Suggerimento di controbbattuta: 
"Caccia alle streghe"

Ovviamente Bertrand Russell dice tutto con poco:
Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un'opinione diffusa sia cretina anziché sensata.

Ma la clausola è, appunto, che spesso non essere stupidi non basta. Bomba atomica ad esempio.

20110601

In coma è meglio


Qui di seguito copio&incollo un pezzo di un post del blog IN COMA È MEGLIO, il cui autore ammiro esponenzialmente sempre di più, ad ogni nuova lettura, trovandolo un lucido esempio di persona dal pensiero critico, di quelle che ti fanno capire che la tua idea di intelligenza è ristretta all'enorme massa grassa della tua ignoranza.


RISOLVERE LA MORTE

1.
La vita può essere divisa in due parti, una parte in cui non ci si preoccupa della morte perché tanto arriva nella seconda parte e una seconda parte. Si potrebbero chiamare due tempi, come al cinema: il film è la vita, i titoli di coda sono la morte e quelli che parlano al cellulare sono i religiosi, convinti che esista una vita ultracinematografica. Per il resto la differenza è che mentre al cinema vai spontaneamente, nella vita vieni sbattuto a forza, senza nemmeno un trailer o qualcosa del genere, e quello che trovi trovi, può essere Scorsese o Kubrick, ma il più delle volte è Muccino. Lo chiamano il dono della vita, anche se non sembra che i neonati lo gradiscano molto a giudicare da quanto strillano. Sarebbe interessante che ci fosse un traduttore di neonati, magari si scoprirebbe che “uè” significa “vaffanculo”.
Per un certo numero di anni, diciamo N anni, uno non si preoccupa di niente, tanto la morte arriva a M anni e M è un numero straordinariamente grande, forse addirittura di due cifre. Il piccolo e il grande sono relativi, e quando si è piccoli tutto sembra enorme, poi un giorno scopri che la reggia dove hai passato l’infanzia era un bilocale in equo canone, il fuoristrada dei tuoi una Panda 4x4 e M un numero ridicolmente piccolo, forse nemmeno di tre cifre. Quel giorno capisci che ti restano solo M - N anni di vita, che possono essere tanti o pochi, ma sicuramente meno di quelli che immaginavi quando non sapevi fare le sottrazioni.
A questo punto il problema della morte va risolto. Certo non è obbligatorio, gli appassionati di angoscia e disperazione possono continuare a tenerlo in sospeso, ma tutti gli altri è meglio che lo risolvano, serve per godersi il secondo tempo in pace, senza inquinarsi ogni cosa col pensiero che tanto bisogna morire. Che senso ha cucinare se i cibi funzionano anche crudi? Che senso ha leggere se il cervello diventerà concime? Che senso ha salire sul treno quando posso sdraiarmi direttamente sui binari? Persino i thriller e i film d’azione perdono tutta la loro attrattiva, tanto non è che se il protagonista riesce a scamparla poi vive in eterno, morirà di cancro come tutti.
Le persone che hanno risolto il problema della morte si riconoscono subito: attraversano la strada senza guardare, non leggono gli ingredienti del cacciatorino e quando escono illesi da un disastro aereo si limitano a chiedere informazioni sul volo successivo. È un comportamento saggio. Se uno è costretto a giocare a tennis col primo del ranking, non ha senso che si affanni cercando di vincere, è meglio che si sieda all’ombra col suo Gatorade e aspetti serenamente di perdere 6-0 6-0 6-0.
Ora il problema è: come si fa a vivere senza preoccuparsi della morte? Perché la morte, bisogna ammetterlo, è la cosa peggiore che possa capitare a uno vivo. 

2.
I metodi finora escogitati per risolvere la morte si possono suddividere in quattro categorie: i metodi che ti danno l’immortalità, quelli che ti danno un succedaneo dell’immortalità, quelli che ti consolano e quelli razionalistici. Ovviamente a me interessano solo i primi. Che senso ha vivere se non si è immortali? Tanto vale uccidersi subito. Non mi va di strisciare su questo pianeta per qualche anno, arrabattarmi per rimediare qualche ridicola gratificazione e poi sparire come se niente fosse. O immortale o niente. I metodi che al posto dell’immortalità ti rifilano qualcosa di sostitutivo, come la prole o un’opera da tramandare ai posteri, mi lasciano indifferente. Che m’importa se pezzi del mio DNA mi sopravvivranno? Primo, io non sono il mio DNA; secondo, ci voglio essere io nel 3000 d.S.B. (dopo Sai Baba) a godermi le nuove conquiste dell’ingegneria sessuale, non i miei pronipoti. Si fottano i pronipoti, non muoverò nemmeno un pene per farli esistere. Io morirò? Perfetto, e loro non nasceranno. Uno a uno.
Anche la storia di immortalarsi con una grande opera non mi fa un grande effetto. Non che io non sia in grado di produrmi in qualcosa di memorabile:


Freschi aliburni mattutini che
Si schiudono e sbadigliando si richiudono e
Ridestano in me sibilanti minute e
Vaghe memorie di spossanti tazze di tè


eccetera eccetera, che ci vuole? Il punto è che finché qualcuno non inventa poesie o sinfonie o qualsiasi altra cosa in grado di andare al ristorante o al cinema al posto mio, la cosa non m’interessa. Perché il nulla è sempre il nulla, anche se lo abbellisci, e quando stai per morire daresti tutta la tua collezione di Nobel per fumarti un’altra sigaretta.
Le soluzioni consolatorie sono anche peggio, una vera presa in giro. È incredibile quanti filosofi, dopo aver speso pagine e pagine per dire che la morte è la fine di tutto, che l’esistenza umana è avvolta dal nulla, che la vita è una passione inutile, invece di concludere il proprio pensiero in modo logico e conseguente, cioè appendendosi al lampione più vicino, ti dicono che dopotutto la vita è pur sempre una gran cosa. Sembrano quei film hollywoodiani col lieto fine imposto dalla produzione, solo che in questo caso non c’è nessuna produzione, ma solo la morte che si avvicina. È molto divertente vederli fare i bulli finché sono giovani e poi, al primo sintomo di prostatite, rimangiarsi tutto.




Professore, che fa? Prega?


Diciamo che sono in ascolto dell’essere.


Ma non aveva detto che è tipico dell’esistenza banale aver paura della morte?


Chi? Io?


Sì, guardi, l’ha scritto proprio qui, pagina 305.


È la mia parola contro la tua.




Anche i metodi razionalistici non servono a niente. Per esempio ce n’è uno che dice più o meno così “non bisogna avere paura della morte, perché se la morte è il nulla non c’è nulla da temere”. Molto carino, verrebbe quasi voglia di farselo scrivere sulla tomba, peccato che la cosa fastidiosa della morte non è tanto che faccia paura, ma che rovini il piacere di vivere, come la musica in pizzeria o le mutande fra le chiappe quando stai guidando, e lo rovina proprio perché è il nulla, non per altro.
Da bambino ero un bravissimo lupetto. A dieci anni ero già capo sestiglia e sull’uniforme non c’era praticamente più posto per tutte le specialità in cui eccellevo: osservatore, meteorologo, liutaio, ostetrico e molte altre. Ci tenevo moltissimo alla mia uniforme, sempre in ordine e profumata, al mio foulard bianco e rosso e ai miei scarponcini della Lumberjack, ero l’unico ad avere gli scarponcini di marca. Poi un giorno sono caduto nella latrina. Non so come sia successo, mi sono piegato sulle assi e sono caduto. Il mio Akela, quando mi ha visto, mi ha detto, lo ricordo perfettamente, “non piangere, è solo merda”.
Ecco, i metodi razionalistici sono così: non piangere, è solo il nulla. 

3.
Di teorie dell’immortalità ne esistono tantissime, ce n’è veramente per tutti i gusti: reincarnazioni per i testardi, giardini dell’Eden per i nostalgici, settantadue vergini per i morigerati e purgatori per gli stitici. Ci sono persino religioni che ti promettono il nulla, probabilmente pensate per chi non ha afferrato il punto.
Siccome l’immortalità è proprio quello che mi manca per essere di buon umore, per un certo periodo ho pensato di aderire a qualcuna di queste religioni. Lo dico senza vergognarmi, dopotutto mi sembra una cosa logica: se uno ha voglia di mangiare una bistecca va in un ristorante, non in una ludoteca o in un autolavaggio. Purtroppo il problema delle religioni è che vendono bistecche invisibili, e io la roba invisibile non riesco proprio a digerirla.
Non che sia materialista, non sono un feticista della scienza, uno di quelli che hanno bisogno della verifica sperimentale anche quando ascoltano una barzelletta, però obiettivamente con le religioni come si fa? Se ci fosse un indizio, un piccolo riscontro, qualsiasi cosa, sarebbe diverso; non dico tanto, basterebbe una foto di Gesù che resuscita una scatoletta di tonno o la bolletta dell’illuminazione di Buddha, invece niente, non c’è niente di niente. Così alla fine devi solo fidarti del sentito dire.
È incredibile la facilità con cui la gente crede alle dicerie metafisiche, quando invece sulle questioni terra-terra è molto più sospettosa.




È un’auto eccezionale, mi creda, da 0 a 100 in cinque secondi, e consuma meno di uno scooter.


Fantastico, e chi me lo garantisce?


Lo dice quel tizio laggiù, vede? Quello vestito in modo bizzarro.


E lui come fa a saperlo?


Lo ha letto su un libro scritto duemila anni fa.


Duemila anni fa, eh?


Sì, scritto da gente con le visioni.


Ok, la compro.




E poi c’è anche un altro problema, molto più serio. Le religioni, quando va bene, ti promettono l’immortalità dell’anima, ma io dell’immortalità dell’anima non so proprio che farmene. A che serve essere immortali se non si può mangiare la tagliata di manzo col Brunello? No, grazie, io voglio l’immortalità del corpo, non voglio starmene per l’eternità sospeso nell’etere a contemplare la gloria di Dio, stiamo scherzando? E hanno pure il coraggio di chiamarlo paradiso.




Hai sentito l’ultima?


Dio ha denunciato il Papa per calunnia?


No, pare che il paradiso consista nella contemplazione eterna della gloria di Dio.


Cioè un triangolo con l’occhio?


Sì.


Presto, andiamo a gettare qualche sasso dal cavalcavia. 


[...]